Le Opere

Dal 2014 una serie di sculture in pietre del deserto e tondini di ferro ha iniziato a popolare uno degli angoli più remoti e incontaminati della terra: l’area nord-ovest del Namib. Queste sculture di fattezze umane sono state soprannominate “The Lone Stone Men of the Desert”:

forse rappresentanti di diverse culture alla ricerca di un incontro, forse persone pietrificate dalla bellezza della natura incontaminata?

Il complesso di tutte le statue e del paesaggio circostante può essere interpretato come un’unica estesa opera nel solco della Land Art, dove la manipolazione del paesaggio non è tanto fisica, ma operata con l’impatto concettuale delle sculture sul contesto naturale. Le dune, le rocce, gli alberi rinsecchiti su cui le opere sono posizionate, assieme all’orizzonte infinito del deserto, sono di certo parte integrante dell’opera, che va così oltre i confini della definizione di Site-Specific: non dialogo fra contesto e opera, ma inalienabile organicità di paesaggio e opera. Pur presentando elementi evidenti della Street Art come la serendipità dell’apparizione e il distacco ricercato nel celare l’identità degli artisti, la distanza siderale da qualsiasi urbanizzazione ne determina la differenza. Pur chiare le influenze della Pop Art, nel gioco della costante “caccia al tesoro” a cui i fruitori sono chiamati dall’Artista che periodicamente spostano le opere, neanche questa categoria sarebbe pienamente calzante. Forse è necessaria una nuova definizione, che tenga conto degli elementi di continuità e discontinuità con questi filoni: “Desert Art”. Al di là delle definizioni di genere, l’opera ha delle sue caratteristiche distintive che la rendono al contempo attuale e in dialogo con una tradizione centenaria che affonda le sue radici nella Critica del Giudizio di Immanuel Kant: “Solo quando, pur essendo consapevoli che si tratta d’arte, ci appare come natura”. Così anche la provocazione di chi ha realizzato il progetto (i quali preferiscono restare sconosciuti ed essere citati con lo pseudonimo “RENN”) “Art Before Artist” evidenzia in modo particolare la necessità di riportare il focus sull’opera d’arte. Una riflessione lasciata alla custodia del deserto più antico.

2014

Making haste

Corrosione mi rincorre

 

Pietre del deserto, tondino di ferro e paesaggio

h. 150 cm

No. 44

2016

Green Drum

Senza fretta

 

Pietre del deserto, tondino di ferro e paesaggio

h. 90 cm

No. 21

2019

Why

Mai solo

 

Pietre del deserto, tondino di ferro e paesaggio

h. 90 cm

No. 45

RENN - Art before Artist

Un’opera che si presenta senza autore è quasi tipica del secolo scorso. Forse già in previsione dello sbilanciamento verso l’individuo e l’individualismo imperante ai giorni nostri, diversi autori del passato hanno deciso di non firmare le proprie opere o di giocare con il pubblico in un caleidoscopio concettuale e artistico di specchi in cui l’opera potrebbe essersi auto-generata o l’autore potrebbe essere il fruitore. A centinaia di chilometri dai centri abitati, nel pieno del deserto, l’incontro con le opere genera facilmente un’esplosione di suggestioni oniriche di questo tipo: è la scultura l’opera o la natura che la circonda? Entrambe? O forse l’opera è il mio interagire con queste? Fermarmi a chiedermi cosa ci facciamo tutti qui?
Che ruolo deve avere l’autore in questa storia? Nessuno.

RENN è una singola personalità artistica che si declina al plurale per evitare qualsiasi connotazione personale e lasciare preminenza alle opere.

L’uso del plurale è stato mutuato dall’inglese, in particolare dalla corrente di pensiero attuale che vuole evitare i riferimenti di genere. Tuttavia quello di RENN è un uso artistico che più si avvicina alla tradizione del pluralis maiestatis del latino: non come celebrazione della personalità ma viceversa come esaltazione della centralità dell’opera a scapito di qualsiasi caratteristica personale dell’autore. Pertanto essi saranno indicati in forma generica come l’Artista, Autore, Essi o con lo pseudonimo scelto: “RENN”. RENN accettano la nazionalità namibiana e il profondo legame con la regione del Kunene come unica caratterizzazione. Qualsiasi altra connotazione demografica o culturale è considerata secondaria da RENN e il desiderio principale è che l’attenzione rimanga sulle opere stesse: Art Before Artist è la sintesi di questa scelta. L’opera stessa afferma la natura secondaria del sesso, dell’età, dell’individualità o della collettività, delle motivazioni personali o delle convinzioni di coloro che le hanno create. Una perfetta espressione contemporanea della definizione di Immanuel Kant dell’artista come “il mezzo attraverso il quale la natura dà le sue regole all’arte” (Critique of Judgement, 1790).

 

Questa è la prima esposizione in assoluto delle opere di RENN.

No. 1 - 7 I wonder how the other are doing - Pietre del deserto, tondino di ferro e paesaggio, h. 100 cm - 2021